mercoledì 27 novembre 2013

giusto (socialmente parlando)

giusto, giustizia, fare la cosa giusta, ecc ecc ecc.

Mille e mille e mille accezioni, il concetto di giustizia è tipicamente umano perchè alla base
di tutto ci sono due gemelli un po' particolari, una femminuccia ed un maschietto: scelta e giudizio; nati lo stesso giorno e che, presumibilmente, nello stesso giorno moriranno.

Pensate solo a qualche esempio:
scegliere di fare la cosa giusta, oppure no;
saperla scegliere, la cosa giusta;
giudicare se stessi o gli altri circa la giustezza o meno di un'azione;
essere in grado di giudicarla, quell'azione.

Da qualunque distanza e angolazione la si guardi, la giustizia è un'entità sfuggente.
Certo, capiamo che dare in adozione un cane che non possiamo tenere è meglio che affogarlo
in un secchio pieno d'acqua, ma alcune questioni sono così sottili che, beh...chi studia legge
immagino abbia una mezza idea di quanto possa essere frammentata la questione.

Ora, ciò che interessa a me, visto il periodo storico che stiamo vivendo, è la giustizia sociale;
e quì in realtà ho un'idea piuttosto chiara, affatto confusa e non frammentata: è giusto ciò che dà risposte agli ultimi di una società.
Se una società risponde alle esigenze degli ultimi, allora quella società andrà bene per tutti gli altri. E questo per definizione, poichè, banalmente, se gli ultimi sono tali, tutti gli altri stanno meglio per definizione. Dare risposte non vuol dire altro che ''far vivere agli ultimi una vita degna di essere vissuta''.
E perciò la mia prossima parola sarà: ultimi.